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Nota 55
Antibiotici iniettabili per uso
territoriale: -0 cefamandolo
-1 cefonicid
-2 ceftezolo
-3 cefurossima
-4 cefmetazolo
-5 cefotetan
-6 cefoxitina
-7 cefodizima
-8 cefoperazone
-9 cefotaxima
-10 ceftazidima*
-11 ceftizoxima
-12 ceftriaxone
-13 cefepime*
-14 mezlocillina
-15 piperacillina
-16 ampicillina+
sulbactam
-17 piperacillina+
tazobactam*
-18 ticarcillina+ac.
clavulanico*
-19 amikacina
-20 gentamicina
-21 netilmicina
-22 tobramicina |
La prescrizione carico
del SSN degli antibiotici iniettabili per
l'uso comunitario, è limitata alle
seguenti condizioni:
- trattamento iniettivo
di infezioni gravi delle vie respiratorie,
delle vie urinarie, dei tessuti molli,
intra-addominali, ostetrico-ginecologiche,
ossee e articolari;
- trattamento iniettivo delle infezioni
causate da microrganismi resistenti ai
più comuni antibiotici, particolarmente
nei pazienti immunocompromessi.
Un razionale utilizzo
degli antibiotici permette di preservare
l'ambiente territoriale extra-ospedaliero
dalla diffusione delle resistenze
batteriche, mantenendolo separato da
quello ospedaliero ed evitando il ricorso
all'ospedalizzazione per trattare
infezioni risolvibili efficacemente al
domicilio del paziente. Tali farmaci non
dovrebbero rappresentare, di norma, la
prima scelta terapeutica, ma vanno
riservati a casi selezionati, anche allo
scopo di prevenire l'insorgere di ceppi
resistenti sul territorio; ciò vale in
particolare per gli antibiotici impiegati
nei confronti di Pseudomonas aeruginosa
contrassegnati da asterisco (*). Per gli
aminoglicosidi in particolare è indicato
l'impiego in associazione con b
lattamine, in pazienti anziani che vivono
in RSA o strutture protette, in pazienti
defedati o immuno-compromessi o
recentemente dimessi dall'ospedale e/o
sottoposti a trattamenti protratti con
antibiotici a largo spettro, allo scopo di
potenziare o ampliare lo spettro d'azione
antibatterica. |
Motivazioni e criteri
applicativi
Gli obiettivi della presente
nota sono: 1) ottenere il successo terapeutico
in caso di infezioni gravi in ambienti
extra-ospedalieri, in particolare anche quando
sia in causa un agente eziologico resistente ai
più comuni antibiotici o nel paziente
immunocompromesso; 2) limitare l'induzione di
meccanismi di resistenza nei patogeni presenti
in comunità.
Devono essere considerati due
importanti punti:
1. le infezioni
extra-ospedaliere sono suscettibili di un
trattamento efficace con agenti a spettro più
ristretto per via orale (ad es. infezioni di
orecchio, naso e gola, sinusiti, infezioni delle
basse vie respiratorie, dei tessuti molli, delle
vie urinarie);
2. nel trattamento delle
infezioni gravi, per massimizzare l'efficacia
della terapia antibiotica, devono essere
attentamente considerate le caratteristiche
farmacocinetiche delle molecole presenti nella
nota, utilizzando precisamente, secondo le
indicazioni della scheda tecnica, dosi e numero
di somministrazioni adeguate, così da ridurre
il rischio di induzione di resistenze
batteriche.
La scelta terapeutica è
quasi sempre su base empirica, basata su una
diagnosi eziologica presuntiva, su linee guida
locali, nazionali od internazionali, ma, ove
possibile, va ricercata la diagnosi
microbiologica che consenta una terapia mirata.
Concettualmente possiamo
suddividere i farmaci presenti nella nota in 6
gruppi.
- Cefalosporine di II generazione (cefamandolo,
cefonicid, ceftezolo, cefurossima) e
cefamicine (cefmetazolo, cefotetan,
cefoxitina).
- Penicilline protette (ampicillina +
sulbactam).
- Cefalosporine di III (cefodizima,
cefoperazone, cefotaxima, ceftazidima,
ceftizoxima, ceftriaxone) e di IV
generazione (cefepime).
- Ureidopenicilline (mezlocillina e
piperacillina).
- Ureidopenicilline e carbossipenicilline
protette (piperacillina-tazobactam e
ticarcicillina-acido clavulanico).
- Aminoglicosidi (amikacina, gentamicina,
netilmicina, tobramicina).
Le prime due classi di
farmaci presentano analogie di spettro
antibatterico e di attività clinica in
infezioni, gravi, sostenute dai più comuni
germi comunitari, ma non da Pseudomonas spp.
Le ureidopenicilline e le
cefalosporine di III e IV generazione dimostrano
attività nei riguardi di gram-negativi
produttori di beta-lattamasi. Alcune di queste
molecole, identificabili con un asterisco, sono
efficaci nei confronti di Pseudomonas
aeruginosa. Poiché le infezioni sostenute
da alcune Enterobacteriaceae produttrici
di beta-lattamasi cosidette ad ampio spettro (ESBL)
non sono più confinate solo in ambiente
ospedaliero, ma sono in aumento anche in ambito
territoriale extra-ospedaliero, va tenuto
presente che tali molecole conferiscono alto
grado di resistenza a molti antibiotici inseriti
nella nota, con la eccezione di cefepime,
cefotaxima, cefotetan, cefoxitina, piperacillina/tazobactam
e ticarcilliana/clavulanato purché impiegate
secondo posologia corretta per dosi e numero di
somministrazioni. In particolare le carbossi- e
le ureidopenicilline associate ad inibitori
delle beta-lattamasi presentano un ampio spettro
di efficacia e sono inoltre caratterizzate da
una modesta tendenza all'induzione di
resistenze. Per quanto riguarda gli
aminoglicosidi è indicato l'impiego con b-lattamine
in pazienti anziani che vivono in RSA o
strutture protette, in pazienti defedati o
immuno-compromessi o recentemente dimessi
dall'ospedale e/o sottoposti a trattamenti con
antibiotici a largo spettro.
Un razionale utilizzo degli
antibiotici permette di preservare l'ambiente
territoriale dalla diffusione delle resistenze
batteriche, mantenendolo separato da quello
ospedaliero ed evita di ricorrere
all'ospedalizzazione per trattare infezioni che
possono essere risolte efficacemente al
domicilio del paziente.
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