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Nota 9
Antiaggreganti:
-0 ticlopidina
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La prescrizione a carico del SSN è
limitata alle seguenti condizioni:
-0 in associazione
all'ASA a basse dosi, in pazienti
sottoposti ad angioplastica coronarica con
impianto di stent, per il mese
successivo all'intervento;
-1 in alternativa
all'ASA, in pazienti che non possano
assumere ASA per pregresse manifestazioni
da ipersensibilità, recidiva di eventi
ischemici cerebrali durante terapia con
ASA o ulcera gastroduodenale;
-2 nel trattamento della trombosi della
vena centrale della retina.
Nei casi che non
rispondono alle condizioni sopra citate la
terapia di scelta è quella con ASA a
basse dosi. |
Motivazioni e criteri
applicativi
È stato dimostrato che
l'associazione tra ticlopidina e ASA è più
efficace della sola aspirina o della terapia
anticoagulante orale nel prevenire la ristenosi
delle angioplastiche coronariche a cui è stato
applicato uno stent (1,2).
La ticlopidina esercita
un'azione antiaggregante (con meccanismo
differente da quello dell'ASA) che si manifesta
nella riduzione di eventi ischemici in gruppi di
pazienti affetti da patologia vascolare in vari
distretti arteriosi. Dal momento che la
documentazione scientifica a favore dell'ASA
continua ad essere preponderante (3, 4) rispetto
a quella della ticlopidina e che, alla luce
delle indicazioni proposte nelle principali
linee- guida internazionali (5, 8), il rapporto
costo-beneficio è decisamente a favore dell'ASA,
è preferibile prescrivere l'ASA a basse dosi a
tutti i pazienti per i quali è indicato un
trattamento antiaggregante, riservando la
ticlopidina per coloro che non possono assumere
l'ASA per vari motivi.
Prima che la ticlopidina
fosse disponibile, la trombosi subacuta di stent,
spesso provocando eventi cardiaci maggiori, era
riportata in 3,5-8,6% dei pazienti. In pazienti
ad alto rischio con impianto di stent
Palmaz-Schatz, il trattamento con
ticlopidina+aspirina ha ridotto gli end-point
cardiaci primari (end-point composto di
morte cardiaca, infarto miocardiaco, bypass
coronario e angioplastica ripetuta) dal 6,2%
(terapia anticoagulante standard) all'1,6% (9).
L'occlusione degli stent si verifica nel 5,4%
nel gruppo ricevente terapia anticoagulante e
nello 0,8% del gruppo ricevente terapia
antiaggregante.
Gli effetti favorevoli della
ticlopidina erano confermati dallo studio STARS
(Stent Antithrombotic Regimen Study), che ha
confrontato l'effetto dell'aspirina (325 mg al
dì), la combinazione di aspirina (325 mg al
dì) più ticlopidina (500 mg al dì per un
mese), e di aspirina (325 mg al dì) più
warfarin sugli eventi ischemici precoci. Solo lo
0,5% dei pazienti assegnati alla terapia
aspirina+ticlopidina raggiungeva l'end-point
composito primario a 30 giorni di morte,
trombosi angiografica, rivascolarizzazione della
lesione trattata, o infarto miocardio rispetto a
3,6% dei pazienti assegnati alla sola aspirina e
il 2,7% dei pazienti assegnati a
aspirina+warfarin. I risultati dello studio
suggeriscono che il pretrattamento di 24 ore con
ticlopidina permette una più efficace
inibizione dell'attivazione piastrinica rispetto
alla più breve durata di trattamento (10). Una
grave leucopenia, spesso reversibile
all'interruzione del trattamento, è la
complicanza principale (circa dell'1% dei
pazienti) del trattamento con ticlopidina (11).
Si può verificare anche la porpora trombotica
trombocitopenica (11).
Il rischio di alterazioni ematologiche anche
gravi, leucopenia e/o piastrinopenia rende
indispensabile nei pazienti trattati con
ticlopidina un monitoraggio periodico
dell'emocromo citometrico.
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