Motivazioni e criteri
applicativi
La terapia dell'Herpes
simplex a localizzazione genitale persegue
essenzialmente quattro scopi:
- ridurre la durata delle lesioni
mucocutanee;
- ridurre il dolore associato alle lesioni;
- prevenire le complicanze (encefalite,
radicolite);
- ridurre lo shedding virale
riducendo così la trasmissione.
L'aciclovir è il farmaco di
riferimento per la terapia dell'Herpes
simplex a localizzazione genitale, il primo
ad essere introdotto negli anni '80, con
dimostrata superiorità sul placebo (1).
Valaciclovir e famciclovir
sono farmaci più recenti, per i quali è
dimostrata una efficacia pari
all'aciclovir (2) in studi controllati
comparativi con l'aciclovir stesso (mentre non
esistono trial comparativi tra i due).
Gli schemi raccomandati di
terapia sono:
prima infezione:
- aciclovir: 400 mg x 3 / die per 7-10 gg;
- valaciclovir: 500 mg x 2 / die per 7-10 gg;
- famciclovir 250 mg x 3 / die per 7-10 gg;
recidive:
- aciclovir: 400 mg x 3 / die per 5 gg;
- valaciclovir: 500 mg x 2 / die per 3 gg
(*);
- famciclovir 250 mg x 2 / die per 5 gg.
(*) Un recente studio ha
dimostrato l'equivalenza dei trattamenti per 3 vs
5 gg (3).
In modo analogo, esistono trial
che dimostrano l'efficacia di aciclovir vs
placebo per la profilassi delle recidive
dell'Herpes genitale, così come l'equivalenza
di valaciclovir e famciclovir con l'aciclovir
(4). Gli scopi della profilassi dell'Herpes
genitale sono:
- ridurre il numero delle recidive;
- ridurre la severità delle recidive;
- migliorare la salute psico-sociale del
soggetto affetto;
- ridurre lo shedding virale
asintomatico riducendo così la trasmissione
(fino all'80% delle nuove infezioni
erpetiche sono acquisite da fonte
asintomatica).
Gli schemi raccomandati di
profilassi sono (in genere per 9 mesi,
ripetibile):
- aciclovir: 400 mg x 2 / die;
- valaciclovir: 500-1000 mg / die;
- famciclovir 250 mg x 2 / die.
Il vantaggio di famciclovir e
valaciclovir rispetto ad aciclovir è nella
posologia, con un minor numero di assunzioni
giornaliere e/o giorni di trattamento.
Per quanto concerne la
terapia della varicella, l'aciclovir è il
farmaco di riferimento, il primo ad essere
introdotto negli anni '80 (5). Non vi sono studi
clinici controllati dell'equivalenza di
valaciclovir e famciclovir con aciclovir. Questi
ultimi due farmaci non sono autorizzati per il
trattamento della varicella.
Per la terapia dell'Herpes
zoster, invece, l'aciclovir non è più
generalmente considerato il farmaco di
riferimento, sebbene l'efficacia rispetto al
placebo rimanga confermata (5). Valaciclovir
risulta infatti più efficace di aciclovir
nell'accorciamento della durata del dolore
associato alle lesioni cutanee e nella riduzione
della neurite post-erpetica (6).
Famciclovir è equivalente ad
aciclovir in termini di risoluzione delle
lesioni cutanee e del dolore associato (7).
Valaciclovir e famciclovir
sono stati comparati tra loro e giudicati
equivalenti nel tempo di risoluzione del dolore
e nella prevenzione della neuropatia
posterpetica in uno studio controllato (8).
Brivudin è una analogo
nucleosidico pirimidinico (a differenza di
aciclovir che è un analogo nucleosidico
purinico) registrato per la sola indicazione
dell'infezione da Herpes Zoster.
Gli studi registrativi di
Brivudin dimostrano una riduzione
statisticamente significativa (da 17 a 13 ore
rispetto all'aciclovir) del tempo di eruzione di
nuove lesioni vescicolose da VZV (9). Il tempo
di crostizzazione delle lesioni e di scomparsa
del dolore associato alla fase acuta sono simili
per brivudin e aciclovir. È, inoltre, suggerita
la possibile riduzione dell'incidenza (ma non
della durata) delle lesioni vescicolose. Uno
studio ha dimostrato una riduzione
statisticamente significativa della neurite
post-erpetica (PHN) in soggetti trattati con
brivudin vs aciclovir (10).
Gli schemi raccomandati di
terapia sono:
- aciclovir: 800 mg x 5 / die;
- valaciclovir: 1000 mg x 3 / die;
- famciclovir 250 - 500 mg x 3 / die;
- brivudin 125 mg x 1 / die.
La gengivostomatite erpetica
è la più comune manifestazione clinica
dell'infezione primaria da HSV-1 in età
pediatrica. Sebbene si tratti di una malattia
autolimitantesi, essa ha un decorso di 10-14
giorni e determina difficoltà alla
alimentazione e reidratazione che spesso
conducono all'ospedalizzazione. In uno studio
controllato in bambini di età compresa
fra 1 e 6 anni il trattamento con aciclovir ha
dimostrato più precoce scomparsa delle lesioni
e dei sintomi, riduzione del tempo di viral
shedding, basso tasso di ricorrenze, assenza di
eventi avversi rispetto al placebo (11).
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